il lupo non perde il pelo e nemmeno il vizio

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  1. Yoko Littner™
     
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    CITAZIONE
    narrato
    parlato
    URLATO
    pensato
    parlato altrui

    Il giorno delle ronde, Rashad A’zam si era svegliata di buon ora dal suo giaciglio, muovendo la coda di qua e di la per scaciare le mosche che le ronzavano in giro mentre si grattava il capo sbadigliando.
    Quel giorno era lei di ronda nei boschi assieme ad altri dodici centauri, non vi era un solo pivello tra di loro, tutti guerrieri o veterani, tutti armati per benino.
    Rashad si infilò il proprio corpetto di pelle spessa, vestito ma anche armatura per difendersi da attacchi nemici, poi non pesava nemmeno tanto, afferrò la faretra ove vi erano le frecce la spada e la coppia di coltelli e li mise sulla schiena per poi afferrare il proprio arco ed uscire dalla grotta, trottando verso la radura davanti a se luogo di raduno dei ranger in missione di quella mattina.
    Già erano pronti tutti quanti e stavano parlando tra di loro cercando di capire quale sezione della foresta fosse la migliore da perlustrare ad ogni singolo centauro, ella arrivò a fianco di quello che doveva essere il capo.
    Io prendo due centauri e mi dirigo al estremo della foresta a pattugliare i confini.
    Non era ancora veterana ma veniva sopportata da tutti solo grazie alle sue capacità di ricerca, tra di loro la migliore a trovare e seguire le orme era lei e grazie solo a lei che, quando entrava qualcuno nel loro territorio, ella era la prima a saperlo e ad avvertire tutti quanti.
    Il capo accettò e gli diede un giovane centauro e un altro che ad occhio e croce doveva avere sui 34 anni.
    Li conosceva entrambi, il ragazzo aveva un udito sopraffino mentre quello più grande dei tre era un ottimo guerriero, andava sempre in giro con tre spade, una lunga che teneva al suo fianco orizzontalmente e due normali che teneva ai fianchi verticalmente, il ragazzo invece aveva una spada normale e un arco.

    Partì con loro lasciando indietro il gruppo di centauri che ancora stava pensando a dove andare, cavalcavano veloci, il giovane centauro notò la spada che ella portava, non ne aveva mai viste di prima così le chiede da dove provenisse.

    Sai, da giovane era in pattuglia come ora, stavo controllando le sponde dei fiumi quando notai delle impronte umane, le seguii fino ad arrivare in un punto ove la radura si accorcia e il fiume si ingrossa.
    Li vi era un umano in armatura luccicante che sorseggiava del acqua, non esitai un attimo, tesi una delle mie frecce e gli trapassai il collo uccidendolo sul colpo, la spada che vedi era la sua, doveva essere un tipo ricco e potente per avere un arma così pregiata.


    Il giovane ne era affascinato ma non era tempo per elogi, Rashad si fermò alzando la mano sinistra in modo da bloccare anche gli altri, non c’era bisogno di chiedere il perché davanti a loro la foresta era tagliata e mille impronte solcavano il terreno.

    Rashad, chi sono?

    Chiese l’adulto alla ragazza, era difficile da spiegare, sapeva che erano umani, viste le impronte ma si mischiavano l’un l’altra come se andassero uno dietro l’altro e in gran numero, anche la profondità variava di molto, dovevano esserci sia maschi che femmine.

    Umano, maschi e femmine, dovrebbero essere tra le venti e le trenta unità, si dirigono verso sud al estremo della foresta e l‘entrata doveva essere stava verso est visto che creano una curva, anche perché da nord siamo venuti noi tre.

    Le tracce trovate, individuata la specie della preda, ora dovevano solo trovarla e controllare quanti fossero in realtà e riferirlo agli altri per decidere cosa fare.
    Rashad fece cenno di continuare, nessuno si lamentò, iniziarono la cavalcata seguendo la ragazza che a sua volta seguiva le impronte fin che, non li condusse al estremo della foresta, li si fermarono di colpo mettendosi l’uno di fianco al’altro.

    Davanti a loro una ventina di tende bianche e blu, almeno quaranta umani si erano accampati a seicento metri dal inizio del territorio dei centauri, ognuno sembrava diverso dal’altro, sembrava che ognuno avesse il proprio ruolo in quel gruppo.


    Che facciamo?

    Chiese il giovane inesperto di una guerra, a rispondergli fu l’adulto.

    Semplice andiamo subito ad informare gli altri della nostra scoperta e vedremo una volta li il dafarsi.

    Si sono d‘accordo, andate voi due, sapete dove sono, io rimango qui e controllo ogni loro movimento così da vedere se si spostano e dove si spostano. Fate in fretta però.

    Così detto entrambi si girarono e galopparono al massimo delle loro forze verso la loro tribù, ella rimase li abbracciando un ramo di un albero osservando quegli umani che avevano invaso il loro territorio.

    Cosè che volete che oltrepassate sempre le nostre foreste.

    Si chiese tra se e se osservando uno di quei soldati affilare la propria spada con un sasso.


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    Soldati
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    Paladini
    8
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    Picchieri
    6
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    Arcieri
    6
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    Assassini
    2
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    Cacciatori
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  2. Yoko Littner™
     
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    Nessuna reazione da parte degli umani, continuavano a oziare, alcuni erano tornati dalla foresta, non la loro ma un’altra li vicino, avevano catturato un paio di cervi che avrebbero usato per cena, come sospettato prima vi erano sia uomini che donne, dagli abiti dovevano venire da luoghi ben caldi visto che avevano turbanti mantelli e pantaloni larghi.

    I maggiori di numero erano un gruppo di uomini e donne in mantello blu e copricapo blu, avevano solo una spada al fianco e niente di più.
    Vi erano anche altri e altre con abiti totalmente bianchi, a differenza dei primi avevano due spade ai fianchi, quindi nemici ben differenti dai primi che dovevano essere comuni soldati la minoranza invece era costituita da ragazza con lance e altri con archi.
    Non sembravano particolarmente abili ad usare tali armi, ma meglio non precipitare le cose, era meglio osservare prima.

    A questo ora dovevano averli già raggiunti e dovevano arrivare, nel campo vi era un bel trambusto, molti stavano andando verso una grossa tenda, Rashad si spostò lateralmente per seguire la vicenda, abbassando di poco il busto per non colpire i rami alti con il capo e non fare rumore, sperando che non sentissero il rumore degli zoccoli che calpestavano la terra..



    Dentro la tenda invece, ove ella non poteva ne vedere ne sentire vi era un gran trambusto, gli uomini erano radunati attorno ad un tavolo e sopra vi era una mappa del posto, tutta bella dettagliata tranne per quel immenso bosco ove era solo una macchia bianca con il contorno di alberi, il capo, un uomo vestito di bianco stava parlando.
    Dobbiamo entrare, non abbiamo solo l‘ordine di finire la mappa della foresta così da scovare ove i centauri si nascondano e assoggettarli al impero, ma dobbiamo trovare il corpo del figlio del sultano, le spie avevano detto che era entrato dentro questa foresta e che non ne era mai uscito.

    Colpendo la mappa con il coltello come se volesse virtualmente pugnalare i centauri, gli altri invece erano perplessi sul dafarsi.

    Ma signore, ha mai visto un centauro? Lo ha mai affrontato? Questa foresta è la loro sanno come muoversi, poi al aperto non potremmo nemmeno fuggire, non possediamo cavalli e loro, sono metà umani metà cavalli, ci raggiungerebbero di certo.

    Il capo della spedizione afferrò la sua spada e, senza estrarla, lo colpì in volto con l’elsa solo per farlo stare zitto.

    E con ciò? Vivono nella foresta e noi gli faremo capire che tremendo errore hanno commesso, possono essere veloci quanto gli pare, forti quanto gli pare, ma in mezzo agli alberi non possono muoversi liberamente come noi umani, noi li dentro abbiamo il vantaggio e questo, nessuno lo ha mai capito visto che hanno troppa paura di fare solamente un passo li dentro.

    Le carte erano sul tavolo, erano li per tre motivi, il primo finire la mappa del mondo così da sapere tutti i luoghi a loro conosciuti, la seconda ritrovare il corpo del figlio del loro sultano e la terza, mettere in schiavitù i centauri così poi da implementarli nelle loro fila una volta che il loro spirito si era piegato.


    Rahsad stava attendendo li di vederli uscire per capire che cosa volessero quando un suono di zoccoli si cominciò ad udire fino a fermarsi, erano i suoi fratelli e sorelle che ora trottavano verso di lei per non fare troppo rumore, tutti i restanti dodici ranger erano li davanti a lei, tutti con gli occhi sgranati davanti al numero degli umani.
     
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  3. Yoko Littner™
     
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    Così sono loro che hanno attraversato la nostra foresta?

    Chiese il centauro anziano del gruppo ranger mentre osservava quei bipedi mangiare e bere in attesa di chissà cosa, Rashad disse di si con la testa sempre osservandoli, non era saggio rimanere li, erano in minoranza numerica e potevano morire se tentavano un assalto al campo, potevano prendere il fattore sorpresa ma sarebbe stato mantenuto per poco tempo, meglio tornare al clan e li riferire il tutto agli altri centauri così da decidere il da farsi con calma, non troppo comunque.

    Si girarono tutti al segnale del capo, Rashad venne fermata da un altro centauro li a fianco, ella di fatti voleva afferrare una freccia e scagliarla contro uno di quei soldati, non potevano permettere che succedesse.
    Egli la afferrò la spalla destra muovendola di poco per incitarla a desistere, dopo attimi di contraddizione tra il combattere e il fuggire vinse la maggioranza, scapparono tutti quanti verso casa.
    Galopparono rapidi tra gli alberi e gli erbusti, saltando i pochi rami caduti a terra.
    Rashad era seconda al gruppo, pensando a come contrattaccare meglio gli umani e su cosa li avesse spinti sino a li.
    Raggiunsero ben presto la prateria, antecedente alle grotte che erano la loro casa, li li aspettavano numerosi simili intenti a suonare flauti o allenarsi nel combattimento, seguiti scrupolosamente dal addestratore e dal capo tribù, due uomini duri e forti, l’addestratore aveva le trecce di color castano e il corpo era tutto un muscolo con cicatrici al addome e al petto, il capo invece aveva i capelli bianchi e una folta barba, anche essa bianca.
    Videro con stupore il gruppo tornare così presto, non fecero nemmeno tempo a chiedere spiegazioni che il capo spedizione e Rashad andarono verso di loro.

    Mio signore, Rashad ha un annuncio importante da dirle.

    Mio signore, nella mia perlustrazione ho incrociato numerose impronte al estremo della foresta ove tutto è tagliato e spezzato, le ho seguite e ho trovato accampati fuori dalla foresta numerose tende, li vi sono accampati sui 40 soldati umani. Presumo che vogliano entrare ben presto nel nostro territorio.

    Mio signore è tutto vero, abbiamo visto gli umani, tutti noi con i nostri occhi, dobbiamo fare qualcosa.

    Cosa fare, la decisione era dura importante e impellente, dovevano dichiarare guerra? Muover battaglia? O semplicemente osservarli per capire cosa vogliano?
    Bene ho deciso, preparatevi al combattimento, per ora mando in avan scoperta gli esploratori.

    Disse il capo.
    Esploratori, centauri che hanno addestrato l’udito l’olfatto e la vista per stanare i nemici, perfetti elementi per sorvegliare qualcuno o seguirlo, tra di essi vi era anche il ragazzo giovane che era nel suo gruppo quella mattina.
    Rashad si voltò osservando il gruppo prepararsi, mentre tra grida di incitamento i soldati si imbizzarrivano entusiasti del imminente battaglia e andavano a prepararsi.
    Egli le mandò solo un occhiata triste, anche se si era addestrato per quel compito non aveva mai pensato che la sua prima missione da esploratore doveva essere seguire gli umani.

    Eppure partì come gli era stato indicato, lasciando dietro di se solo una nuvola di polvere.

    Avremmo fatto bene a mandare solo gli esploratori? I ranger sono stati creati per questo, per casi del genere…

    Si sono stati creati per quello ma siete troppo avventati e pericolosi, mentre loro osservano e fanno rapporto, voi siete per lo più sul trovare e abbattere, ci servirete non abbiate paura, mentre i guerrieri saranno in prima linea, voi ranger li affiancherete da entrambi i lati scoccando le vostre frecce per poi unirvi alla mischia.

    Si mio signore, come comandate.

    Lasciando il proprio capo a pensare sul futuro del clan e andando con gli altri ranger verso la prateria attendendo il ritorno degli esploratori, si fermarono in linea retta afferrando i loro archi e mettendo le proprie frecce sul filo aspettando di intravvedere qualcosa per scoccare e abbattere.
    La linea di difesa perfetta e micidiale.
     
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  4. Yoko Littner™
     
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    Gli esploratori continuarono la loro avanzata tra gli alberi bloccandosi immediatamente dopo aver percorso sui due kilometri e mezzo, rumori di rami che venivano tagliati si udivano davanti a loro, l’armata umana si era mossa ed era entrata dentro la foresta continuando a tagliare la natura selvaggia per farsi largo tra i cespugli e i rami.

    Poco a poco cominciarono a scorgerli in lontananza che vagavano tra gli alberi in cerca di qualcosa, si guardavano attorno in circospezione, osservando ogni singola cosa, soprattutto se si muoveva.
    Udirono chiaramente anche il motivo della loro ricerca.

    Tracce di centauri?

    Chiese uno di loro, ricevendo come notizia un secco no, cercavano loro, ecco il perché si erano addentrati così tanto nella foresta, da quanti erano e dal numero e soprattutto dalle armi che si portavano dietro, non doveva essere una missione di pace o diplomatica ma bellica, volevano le loro teste appese a delle picche.

    Non aspettarono altro, si girarono e di nuovo galopparono verso il punto di ritrovo del loro clan, una volta giunti in prossimità della radura urlarono chi erano così che i ranger non li abbattessero per precauzione.

    Sono qui e vogliono noi tutti gli uomini si sono mobilitati.

    Il panico serpeggiava tra gli esploratori, fu il capo loro a riportare l’ordine tra le truppe e iniziare i preparativi per la battaglia.

    Adesso basta lamentarsi o avere paura, se sono venuti per noi è noi che troveranno, i giovani e le donne che non possono combattere tornino alle grotte gli altri restino qui come linea difensiva.

    Mio signore, non per mancarle di rispetto ma lei è da molti anni che non combatte più, poi essendo il nostro capo deve mettersi al riparo.
    Noi guerrieri possiamo esser rimpiazzati anche subito ma un campo no.


    Il capo ranger annuì a tali parole osservando l’anziano capo, il suo discorso filava perfettamente così, a malincuore lasciò il comando al capo ranger, Shakut, dirigendosi con gli altri verso le grotte.

    Bene voglio i soldati in due linee parallele, la prima linea con lancia e scudo la seconda con spada e scudo, i ranger invece si disporranno su due blocchi alla destra e alla sinistra dei soldati stando dentro la foresta, gli esploratori invece vanno alle grotte, se questa linea cede voi dovrete combattere per far fuggire chi resta dei sopravvissuti.

    Tutto pronto, gli esploratori cavalcarono verso le grotte mentre i soldati, forti guerrieri protetti da armature metalliche, si era no posizionati in due file nella radura aspettando che gli umani si facessero vedere, i ranger invece si divisero in due gruppi andando nella foresta afferrando arco e frecce, Shakut andò con sei centauri nella zona est della foresta, Rashad invece prese i restanti sei e si diresse verso la zona ovest della foresta, entrandovi dentro aspettando il segnale adatto.

    Dovevano attirare gli umani prima che distruggessero tutto, così, uno dei guerrieri afferrò un corno e ci soffio dentro creando un poderoso suono, esso li avrebbe condotti da loro molto presto, non vi era uno che non scalpitava nervoso per la battaglia e allo stesso tempo eccitato.
     
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  5. Yoko Littner™
     
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    Il tempo sembrava rallentare a vista d’occhio, le truppe erano eccitate, a stento le si teneva ferme, il rumore degli zoccoli che battevano nervosamente a terra in attesa di una carica, le mani che stringevano meglio le spade, gli scudi, gli archi e le frecce.

    Attendevano tutti con grande fermento, Rashad osservava i suoi fratelli e sorelle mentre scrutavano gli alberi in cerca di segnali, che parevano non arrivare mai, ella alzò la mano e cominciò a muoversi in avanti, forse aveva visto qualcosa, forse no, lasciò il gruppetto li avanzando tra gli alberi e cespugli , le era parsi di intravvedere un umano, così fu, si bloccò di netto indietreggiando di qualche passo al indietro mentre riafferrava la freccia e la ritendeva verso l’umano, era tutto l’esercito arrivato con a capo quel umano con barba e baffi, puntò la freccia verso il capo seguendolo con lo sguardo e il braccio, visto che l’arco lo reggeva con la mano sinistra, dovette poi girarsi con il corpo per continuare a seguirlo.

    Erano appena usciti dalla foresta che subito si bloccarono mettendosi a cerchio difendendosi l’un l’altro.

    Non si capiva cosa volessero fare, se avevano paura quindi più di così non volevano avanzare, oppure se si preparavano a combattere, il capo si voltò verso un proprio soldato afferrandogli la lancia e il mantello bianco, creando con esso una bandiera di resa, erano venuti sin li per arrendersi? Poi con tutti quegli uomini? Improbabile, nessuno ci sarebbe cascato.

    Egli si fece avanti urlando, così da farsi sentire da tutti.

    Io sono Mohak capo della guarnigione d‘assalto di sua maestà Sahammad, sono venuto sin qui per un trattato di pace e alleanza con i centauri di queste regioni, in quando ad ambasciatore che trasporta un simbolo di resa, chiedo di parlare con il vostro capo in privato.

    Una cosa normale per trattati di pace, ma la cosa inusuale era l’armata che si portava dietro e le armi che aveva addosso, il loro capo era nelle grotte con gli altri, il capo attuale era Shakut ma era rischioso lasciare che lui si esponesse con un umano per trattare di chissà cosa, se era una trappola sarebbero rimasti privi di un comandante.

    Prima che egli si facesse avanti e parlasse, visto che ad osservarlo era quella la sua intenzione, ella uscì di corsa dalla foresta rimettendo la freccia nella faretra e l’arco al suo posto estraendo la propria spada, galoppò poco, giusto il tempo di fermarsi davanti al umano con la bandiera bianca, facendogli vedere tutta la sua possanza e la sua lama che sbrilluccicava al sole.

    Mi chiamo Rashad e sono il capo dei centauri, cosa desideri da me?


    Attendendo qualche reazione da parte sua, Shakut doveva capire il perché di quel gesto, non era insubordinazione, ne un tentativo di scalata al potere rapido, ma un modo per proteggere gli altri centauri, se fosse stata una trappola solo lei sarebbe stata catturata mentre il capo vero e proprio sarebbe rimasto con gli altri così da richiamare la carica.
     
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  6. Yoko Littner™
     
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    Non ci fù dissenso dal suo capo, l’uomo, inesperto delle gerarchie dei centauri, cascò nel tranello acconsentendo un colloquio con lei , le indicò la foresta li a fianco per parlare, ella gli fece cenno di cominciare a camminare, non lo voleva dietro di lei ma oh davanti oh al suo fianco, non si fidava lo stesso.

    Un ultima occhiata verso i compagni pronti per la lotta e al suo capo che, la osservava chinando di poco la testa rialzandola come per dire, “se succede qualcosa saprò quel che fare”.


    L’umano la condusse sui seicento, settecento metri di distanza dal drappello, in modo che stessero soli e nessuno potesse più sentirli, una volta li egli si fermò conficcando la lancia a terra con il mantello bianco che ancora sventolava, mai le sue mani arrivarono alle armi.


    Bene Rashad, siete il capo di questo clan, davvero degli ottimi esemplari, forti in salute, determinati.
    Non ho avuto il piacere di conoscere molti centauri nella mia vita haimè, ma ho un vasto repertorio per minotauri driadi e orchi, se non sbaglio siete in qualche modo simili alle driadi no?


    Non osare paragonare la nostra razza alla loro, noi siamo centauri, grandi guerrieri loro non sanno nemmeno che significhi la parola lotta.


    Va bene va bene non ti scaldare, non lo sapevo, se ero informato sulla vostra di razza non vi avrei mai messi sullo stesso piano, chiedo venia.

    Non lo capiva, voleva prender tempo? Che voleva? Se davvero desiderava qualcosa dal capo non era di certo uno scambio di idee sulle razza.
     
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5 replies since 22/6/2011, 12:25   71 views
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